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trucchi e spunti di riflessione



25/07/2012BEAGLE DI GREEN HILL IN AFFIDO, I MODULI ON LINE: I beagle di Green Hill sono nati e cresciuti in gabbia, non sanno cosa vuol dire una vita "normale". Hanno conosciuto solo la luce artificiale, l'abbaiare dei propri simili, i rumori meccanici dell'allevamento. Sono cani docili ma dal passato e presente determinanti sul loro carattere e sul loro comportamento. E' importante capire che si sta richiedendo l'affido di un cane che deve conoscere e imparare tutto della sua nuova vita, che l'adattamento potrà essere difficile e lungo e potrà essere necessario un percorso di recupero comportamentale.
Se siete davvero coscienti che un cane è per sempre e che queste creature hanno bisogno di tutte le attenzioni possibili e immaginabili, dovrete compilare tutti i campi del form, dopodiché i migliori candidati verranno contattati dalle associazioni, che valuteranno le richieste e l'idoneità, per garantire ai cani il massimo possibile della qualità degli affidi. C'è la possibilità di scegliere se accogliere più cani, femmine, maschi, cuccioli o i più bisognosi. Nel caso di presenza di altri animali, questi dovranno essere vaccinati, sterilizzati e docili con gli altri cani. I beagle verranno dati in affido temporaneo fino ad ulteriori disposizioni della Magistratura.
Intanto la Lav spiega: "Noi ci faremo carico di tutte le spese di mantenimento, oltre che quelle veterinarie e legali. Per un'associazione come la nostra, che si basa sulle donazioni dei cittadini, è un impegno non da poco. Così come non di poco conto è l'altra mansione che ci aspetta: trovare delle famiglie a cui affidare i cani. Ma chi vuole aiutare da subito i beagle può farlo con una donazione che ci permetterà di sostenere tutte le spese. Potete farla su https://lav.fundfacility.it/".
Oggi, presso il Parlamentino dell'Ispettorato Generale del Corpo forestale dello Stato, si svolgerà la conferenza stampa "SOS green Hill", durante la quale verranno rese note le modalità di affidamento. Interverranno Giuseppe Persi, Direttore della Divisione di Polizia Ambientale e Forestale, Cristina Avanzo, Responsabile del Nucleo Investigativo per i Reati in Danno agli Animali (NIRDA), Gianluca Felicetti, Presidente LAV, Antonino Morabito, responsabile Fauna Legambiente, i presidenti e i responsabili di comitati e associazioni animaliste e un cane beagle.

Per compilare i moduli, qui quello della Lav, qui quello di Legambiente, qui quello di Occupy Green Hill .
Fonte: Greenme.it

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Corazzana (Monza): lager per 900 scimmie. Dal capannone alla vivisezione
MONZA – Il capannone, dall’esterno, sembra come tanti altri. Invece, quello di Corezzana (Monza) è un vero e proprio lager delle scimmie. Scrive Repubblica, infatti, che in giornata, nel paesino che ha dato i natali a Gianluca Grignani, arriveranno 900 macachi. Anzi: 150 sarebbero già arrivati mentre gli altri 750 devono arrivare eludendo i controlli degli animalisti.
Macachi ammonticchiati nel capannone monzese per la vivisezione. E si tratta, sempre secondo Repubblica, del più grande carico di scimmie per la vivisezione mai arrivate in Italia.
A Corazzana, racconta Repubblica, c’è infatti la sede della Harlan una società “finita più volte, in questi anni, nel mirino delle associazioni che si battono per la difesa degli animali, che offre i suoi servizi a un numero imprecisato di laboratori pubblici e privati, università, ospedali, aziende farmaceutiche, laboratori in decine di paesi del mondo. In Italia si occupa prevalentemente di sperimentazione per conto terzi e, appunto, allevamento destinato alla vivisezione: topi, ratti, conigli, cavie, primati e altri grandi mammiferi. Fa stallo per il trasferimento di cani beagle (gli stessi allevati dalla società Green Hill) e si è specializzata nella “produzione” di animali geneticamente modificati per un migliore utilizzo nella sperimentazione”.
I macachi arrivano direttamente dalla Cina e la quantità, spiega sempre Repubblica, si spiegherebbe con l’aumentata richiesta da parte delle case farmaceutiche. Tutto autorizzato dal ministero della salute. 
data: 26.02.2012

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IL DECALOGO DI M’ILLUMINO DI MENO
Buone abitudini per la giornata di M’illumino di Meno (e anche dopo!)
aderite!
data: 17.02.2012
fonte: http://caterpillar.blog.rai.it/milluminodimeno/
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In vista degli Europei di calcio migliaia di animali abbattuti per ''rendere più presentabili le strade''
massacro dei cani in Ucraina La strage silenziosa dei cani dUcraina per gli Europei della vergognaFermiamoli. E’ difficile restare indifferenti alla strage che si sta consumando in Ucraina, e che poco spazio ha trovato sui media italiani. Come giudicare, d’altronde, la scelta di chi, sotto i riflettori del mondo intero, uccide senza pietà animali innocenti allo scopo di rendere “presentabili” le strade?
La mattanza dei cani randagi di Kiev e Leopoli, le due città che insieme alla Polonia ospiteranno gli Europei di calcio della prossima estate, è cominciata mesi fa, secondo una pratica che il governo ucraino ha definito “usuale”. Ma le proteste di animalisti e della Uefa (non troppo efficaci, in verità) avevano fatto promettere al ministro dell’ambiente, Mikola Slochevsky, di ammonire le autorità locali e far interrompere gli abbattimenti, procedendo in via alternativa alla sterilizzazione o alla raccolta in canili delle povere bestie.
Ma testimonianze dall’Ucraina, come quella del fotografo animalista Andrea Cisternino e di altri inviati di giornali francesi e tedeschi, documentano che il massacro continua. «Nel centro della capitale Kiev – ha dichiarato all’Ansa Cisternino, a fine gennaio – città i cui dati ufficiali parlano di 12 mila randagi, di fanno non se ne vedono più. Stessa cosa a Leopoli. Eppure la soluzione ci sarebbe: ascoltare gli animalisti e dare una mano ai volontari, che hanno le strutture per ospitare i cani. Ma ci vorrebbe collaborazione da parte delle istituzioni ucraine».
Le foto che circolano in rete sono macabre e terribili, quella qui a lato è una delle meno scioccanti. Gli squadroni della morte, che gli abitanti chiamano “Dog Hunter”, pare che agiscano di notte e attirino i cani con subdole trappole: i più “fortunati” vengono uccisi con un colpo di pistola, altri avvelenati con cibo e costretti a morire tra atroci sofferenze. Alcuni, invece, vengono gettati in fosse comuni e ricoperti di cemento. Ma la crudeltà umana è arrivata anche a progettare appositi forni crematori ambulanti, segnalati a decine nei mesi scorsi, e pronti a sbarazzarsi di più cani possibili. Uno degli ultimi video girati dai volontari della campagna “Stop killing dogs” risale al 6 gennaio, solo un mese fa.
Storie allucinanti, che hanno coinvolto persino cani appartenenti a privati cittadini, trovatisi per caso in strada.
Sul web è partita la mobilitazione; blog e social network cone Facebook raccolgono i commenti infuriati di chi invita a boicottare gli Europei di calcio. Striscioni contro la strage di cani sono apparsi negli stadi italiani, e molti giocatori della nazionale tedesca hanno chiesto di fermare il massacro.
Ma chi può veramente intervenire? Il silenzio di Uefa e sponsor danno l’idea di come il giro d’affari di milioni di euro, che ruota intorno all’evento sportivo, condizioni e pesi come un macigno nelle menti di chi dovrebbe dire e fare qualcosa. L’organo che governa il calcio europeo, capitanato da Platini, si è limitato a dissociarsi dal massacro e a riferire di aver a suo tempo stanziato soldi per la costruzione di canili in Ucraina, canili che però non si sono fatti. Era stata proprio la Uefa internazionale, un anno fa, a scrivere ai colleghi ucraini per invitarli a risolvere il problema dei troppi cani per le strade di Kiev, certo non suggerendo comunque un metodo così disumano. Inizialmente si era sparsa la voce che l’uccisione degli animali fosse stata resa necessaria a causa di un’epidemia di rabbia, ma si è capito ben presto che si trattava di un pretesto per tacciare gli stessi ucraini. Gli Europei erano troppo importanti per il Paese, niente doveva ostacolare il loro svolgimento.
Mentre l’opinione pubblica si divide sul boicottaggio delle partite di calcio, in programma tra giugno e luglio prossimi, la vera questione è: si è ancora in tempo per bloccare questa vergogna?
data: 17.02.2012
fonte: http://www.dirittodicritica.com/
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Alla sua seconda edizione milanese e dopo la forte affluenza l’interesse suscitato dalla prima, anche quest’anno si svolgerà “So critical, so fashion”, un evento dedicato a chi, anche nel mondo della moda, vuole sperimentare un modo di lavorare, di proporsi e di pensare alla creatività in maniera sostenibile e alternativa. Organizzata dal settore eventi di Terre di Mezzo, street magazine che da anni si occupa di sociale, di consumo critico, e di vari programmi di sensibilizzazione, la tre giorni della moda etica e verde si svolgerà il prossimo fine settimana, dal 23 al 25 settembre, presso i Frigoriferi Milanesi, uno storico complesso industriale di fine ‘800 che, ristrutturato, è diventato da una decina d’anni un luogo di incontro e scambio destinato all’Arte e alla Cultura.

Come viene sottolineato dagli organizzatori dell’evento, “protagonisti saranno alcune piccole imprese di qualità e attente all’ambiente, marchi giovani e indipendenti che scelgono una sartoria ricercata e ricca di tradizioni, progetti stilistici socialmente responsabili che propongono una moda sostenibile, senza però trascurare bellezza, qualità, innovazione e tendenze.”
Lo scopo di questa iniziativa è quello di affermare sempre di più che anche il mondo della moda può essere sostenibile, non solo nella scelta dei materiali da utilizzare ma, e forse soprattutto, attraverso dei principi etici che rispettino i diritti dei lavoratori, in qualunque parte del mondo essi si trovino.
I visitatori potranno, gratuitamente, visionare o acquistare modelli della collezione in corso delle aziende espositrici, partecipare a workshop e laboratori creativi sull’arte del riuso e del riciclo, godere di interessanti performance artistiche e gustare cibo biologico e a km zero.
Per maggiori informazioni clicca http://www.criticalfashion.it/
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per maggiori informazioni clicca http://www.comunicazionesviluppoenpa.org/
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L’Ente nazionale protezione animali lancia la prima campagna contro l’abbandono degli animali di ogni specie.


Che bello il cagnetto col fiocco rosso in mezzo agli altri doni sotto l’albero di Natale! Ha lo sguardo un po’ smarrito, mentre il bimbo lo raccoglie e lo stringe a sé con gridolini di gioia. Ma il sorriso benevolo dei genitori, le coccole, i giochi, la pappa buona, le carezze morbide fanno presto a conquistarlo. Ed è amore, il suo. Di quello vero, che non chiede nulla ed è pronto a dare tutto. Perché lui è proprio come un essere umano: prova emozioni, sentimenti, piacere, dolore. Gli manca la parola, d’accordo, ma con quei suoi grandi occhi umidi ti fa capire quanto sei importante per lui. Osserva ogni tua mossa, muove le orecchie a ogni tuo passo, allarga le narici ad accogliere il tuo odore buono mentre ti avvicini. Basta un tuo cenno ed eccolo lì, scodinzolante ai tuoi piedi, felice della tua attenzione, pronto ad assorbire qualunque balenio di affetto. Sembra leggerti nella mente: è già sulla soglia quando solo pensi di portarlo a passeggio, si lecca i baffi mentre ti avvii in cucina per prendergli un bocconcino, tiene la testa bassa quando rientri arrabbiato. E se sei triste e hai il pianto nell’anima, lui si avvicina adagio e ti da una leccatina sulla mano. Difficile non contraccambiare un bene così grande.

Poi, la maledetta estate. La difficoltà di portarlo con sé, l’indolenza di cercare una soluzione (strutture vacanziere che accettano animali, dog sitter a casa, pensioni per i quattrozampe), l’aridità di un cuore avvezzo a considerare gli animali come oggetti. Ed eccolo lì, scaricato lungo il lucido nastro d’asfalto, sotto un sole impietoso, mentre le auto sfrecciano indifferenti. Annichilito, con lo sguardo perso, procede senza sosta alla ricerca della “sua” famiglia. Forse una mano pietosa si tenderà verso di lui, ma è molto più facile che muoia di stenti o sotto le ruote di un veicolo. In quest’ultimo frequente caso, spesso il mezzo sbanda con ulteriori disastrose conseguenze anche per gli umani: auto distrutte, feriti, morti.

Non esistendo significative analisi statistiche, è impossibile fornire dati precisi su questo squallido fenomeno; di certo, gli animali abbandonati ogni anno (e non solo d’estate!) sono centinaia di migliaia, appartenenti a un incredibile numero di specie: cani, gatti, conigli nani, uccelli, pesci, criceti, tartarughe, furetti, iguana, porcellini d’India, serpenti, persino asini, maialini e piccoli coccodrilli.

Per questo l’Enpa lancia oggi la prima grande campagna contro l’abbandono di ogni tipo di animali. E lo fa sapendo di poter contare sulla generosa disponibilità di uno stuolo di partner: Aiscat, Anas, Cciss viaggiare informati, compagnie petrolifere, Esselunga, oltre a centinaia di periodici, radio, televisioni. Nelle aree di ristoro di tutte le autostrade italiane saranno affisse le efficaci locandine ideate, come tutti gli altri mezzi della campagna, dall’agenzia pubblicitaria McCann-Erickson. Un cane dagli occhi disperatamente umidi, un gatto avvilito, un pesce attonito saranno i protagonisti solitari di altrettanti soggetti, tutti commentati dalla scritta “Gli manca la parola. Per tua fortuna”, seguita dalla precisazione “Ogni anno migliaia di animali vengono abbandonati. Se potessero parlare, avrebbero molto da dire”. Incalzeranno dalle pagine dei giornali e troneggeranno sulle locandine, con la ferma intenzione di sbattere l’anima in faccia a chi non ce l’ha: “Amati e ripudiati. Dopo la convivenza, i bei momenti passati insieme, dopo averli nutriti, fatti sentire a casa, migliaia di animali vengono lasciati senza nessun rimorso. La sola fortuna di chi abbandona gli animali e che loro non possono parlare. Ma gli uomini giudicano e la legge condanna: l’abbandono è un reato. Se non ti sei preoccupato per loro, adesso puoi cominciare a preoccuparti per te.”

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